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AdVersuS, Año IV,- Nº 8-9, abril-agosto 2007
ISSN: 1669-7588
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I CASTRATORI DI SIGNIFICATO. DECOSTRUZIONE E MICROEUGENETICA

Massimo Casali
IIRS-ROMA
e-mail: casalim@tiscali.it

 

Sommario:
René Girard, autore di opere capitali del pensiero contemporaneo come La violenza e il sacro e Il capro espiatorio è il più grande antropologo vivente insieme a Claude Lévi-Strauss. In un nuovo saggio su Karl von Clausewitz, domanda: "Può esserci una antropologia realistica che precede la decostruzione? L'antropologia contemporanea, strutturalista e postmoderna, nega quest'accesso alla verità. Il pensiero attuale è la castrazione del significato”. E' questa l'origine, secondo Girard, dello "skandalon" della religione nell'epoca della neosecolarizzazione.
Secondo Girard “Oggi nel discorso pubblico si mira a definire la 'non verità' della religione, indispensabile invece per la sopravvivenza della specie umana” e l'unica grande differenza fra l'uomo e la specie animale è la dimensione religiosa: "E' questa l'essenza dell'esistenza umana, è l'origine della proibizione dei sacrifici e della violenza”.
Girard parla di un divorzio fra umanità e sintassi, realtà e linguaggio. "Stiamo perdendo ogni contatto fra il linguaggio e le regioni dell'essere. Oggi crediamo solo al linguaggio. Amiamo le favole più che in qualunque altra epoca. La cristianità è una verità linguistica, logos, Tommaso d'Aquino è stato il grande promulgatore di questo razionalismo linguistico”.
Parole Chiave:
Riduzionismo biológico – Antropologia - Religione - Cristianità

Nonostante gli ottantaquattro anni, René Girard non ha perso niente della fibra di pensatore radicale, quasi terminale. Sta lavorando a un nuovo saggio su Karl von Clausewitz. Autore di opere capitali del pensiero contemporaneo come La violenza e il sacro e Il capro espiatorio, eletto fra i quaranta "immortali" dell'Académie française, René Girard è il più grande antropologo vivente insieme a Claude Lévi-Strauss. In questa opera, Girard torna su quella che ha definito "la grande questione antropologica del nostro tempo". Apre con una domanda: "Può esserci una antropologia realistica che precede la decostruzione? In altre parole: è lecito e ancora possibile affermare una verità universale sul genere umano? L'antropologia contemporanea, strutturalista e postmoderna, nega quest'accesso alla verità. Il pensiero attuale è la castrazione del significato. Sono pericolosi questi tentativi di mettere in discussione l'uomo". E' questa l'origine, secondo Girard, dello "skandalon" della religione nell'epoca della neosecolarizzazione. "A partire dall'illuminismo, la religione è stata concepita come puro non sense. August Comte aveva una teoria precisa sull'origine della verità e il suo intellettualismo ottocentesco ricorda molto quello in voga oggi. Comte diceva che ci sono tre fasi: religiosa, che è la più puerile; filosofica e infine scientifica, la più vicina alla verità. Oggi nel discorso pubblico si mira a definire la 'non verità' della religione, indispensabile invece per la sopravvivenza della specie umana. Nessuno si domanda quale sia la funzione della religione, si parla solo di fede: 'Io ho fede'. Ma poi? La teoria rivoluzionaria di Charles Darwin sperava di aver dimostrato l'inutilità di una istituzione antica quindicimila anni come la religione. Oggi ci si prova nella forma del caos genetico enunciato dal neodarwinismo. Si prenda uno scienziato come Richard Dawkins, è un pensatore estremamente violento e vede la religione come qualcosa di delinquenziale". La religione ha una funzione che va oltre la fede e la veridicità del dono monoteista: "La proibizione dei sacrifici umani. Il mondo moderno ha deciso che è la proibizione il non sense. La religione è tornata a essere concepita come il costume del buon selvaggio, uno stato primitivo di ignoranza sotto le stelle. La religione è invece necessaria a reprimere la violenza. L'uomo è una specie unica al mondo: l'unica che minacci la propria sopravvivenza attraverso la violenza. Gli animali durante la gelosia sessuale non si uccidono a vicenda. Gli esseri umani sì. Gli animali non conoscono la vendetta, la distruzione della vittima sacrificale legata alla natura mimetica delle moltitudini plaudenti". Oggi si accetta solo una definizione di violenza come pura aggressione: "E' perché si vuole renderla innocente. La violenza umana è invece desiderio e imitazione. Il postmodernismo non riesce a parlare di violenza: la pone fra parentesi e semplicemente ne ignora l'origine. E con essa la verità più importante: la realtà è da qualche parte accessibile".

René Girard proviene dal radicalismo francese. "Mi sono riempito la testa con le pagliacciate e il semplicismo mediocre e stupido dell'avanguardia. So bene quanto la negazione postmoderna della realtà possa condurre al discredito della domanda morale dell'uomo. L'avanguardia un tempo relegata in ambito artistico oggi si estende a quello scientifico che ragiona sull'origine dell'uomo. In un certo senso, la scienza è diventata una nuova mitologia, l'uomo che crea la vita. Così, ho accolto con grande sollievo la definizione di Joseph Ratzinger di 'riduzionismo biologico', la nuova forma di decostruzione, il mito biologista. Mi ritrovo anche nella distinzione dell'ex cardinale fra scienza e scientismo".

L'unica grande differenza fra l'uomo e la specie animale è la dimensione religiosa. "E' questa l'essenza dell'esistenza umana, è l'origine della proibizione dei sacrifici e della violenza. Dove si è dissolta la religione, lì è iniziato un processo di decomposizione. La microeugenetica è la nuova forma di sacrificio umano. Non proteggiamo più la vita dalla violenza, schiacciamo invece la vita con la violenza. Per cercare di appropriarci del mistero della vita a nostro beneficio. Ma falliremo. L'eugenetica è il culmine di un pensiero iniziato due secoli fa e che costituisce il più grande pericolo per la specie umana. L'uomo è la specie che può sempre distruggere se stessa. Per questo ha creato la religione". Oggi ci sono tre aree in cui l'uomo è in pericolo: nucleare, terrorismo e manipolazione genetica. "Il Ventesimo secolo è stato il secolo del classico nichilismo. Il Ventunesimo sarà il secolo del nichilismo affascinante. Aveva ragione C. S. Lewis quando parlava di 'abolizione dell'uomo'. Michel Foucault aggiunse che l'abolizione dell'uomo sta diventando un concetto filosofico. Non si può più parlare oggi dell'uomo. Quando Friedrich Nietzsche annunciò la morte di Dio, in realtà stava annunciando la morte dell'uomo. L'eugenetica è la negazione della razionalità umana. Se si considera l'uomo come mero e grezzo materiale da laboratorio, un oggetto manipolabile e malleabile, si può arrivare a fargli qualsiasi cosa. Si finisce per distruggere la fondamentale razionalità dell'essere umano. L'uomo non può essere riorganizzato".

Secondo Girard, oggi stiamo perdendo di vista anche un'altra funzione antropologica, quella del matrimonio. "Una istituzione precristiana e valorizzata dal cristianesimo. Il matrimonio è l'indispensabile organizzazione della vita, legata alla richiesta umana di immortalità. Creando una famiglia, è come se l'uomo perseguisse l'imitazione della vita eterna. Ci sono stati luoghi e civiltà in cui l'omosessualità era totalmente tollerata (l’Antica Roma, ad esempio), ma nessuna società l'ha messa sullo stesso piano giuridico della famiglia. Abbiamo un uomo e una donna, cioè sempre un'opposizione. Alle ultime elezioni americane del 2006, la vera vittoria è stata del matrimonio naturale ai referendum".

La noia metafisica dell'Europa

L'Europa è immersa in quella che l'arabista della Sorbona Rémi Brague chiama noia metafisica. "E' una bella definizione, anche se mi pare che la superiorità del messaggio cristiano diventi ogni giorno più visibile. Quando è più attaccato, il cristianesimo brilla di maggiore verità. Essendo la negazione della mitologia, il cristianesimo splende nel momento in cui il nostro mondo si riempie di nuove mitologie sacrificali. Lo skandalon della rivelazione cristiana l'ho sempre inteso in maniera radicale. Nel cristianesimo, anziché assumere il punto di vista della folla, si assume quello della vittima innocente. Si tratta di un capovolgimento dello schema arcaico. E di un esaurimento della violenza".

Girard parla di ossessione per la sessualità. "Nei Vangeli non c'è nulla di sessuale e questo fatto è stato completamente romanticizzato dalla gnosi contemporanea. La gnosi da sempre esclude categorie di persone e le trasforma in nemici. La cristianità è l'esatto contrario della mitologia e della gnosi. Oggi avanza una forma di neopaganesimo. Il più grande errore della filosofia postmoderna è aver pensato che potesse gratuitamente trasformare l'uomo in una macchina di piacere. Da qui passa la disumanizzazione, a cominciare dal desiderio falso di prolungare la vita sacrificando beni più grandi". La filosofia postmoderna si basa sull'assunzione che la storia sia finita. "Da qui nasce una cultura schiacciata sul presente. Da qui origina anche l'odio per una cultura forte che afferma una verità universale. Oggi si crede che la sessualità sia la soluzione a tutto, invece è il problema, la sua origine. Siamo continuamente persuasi da una suggestiva ideologia del fascino. La decostruzione non contempla la sessualità all'interno della follia umana. La nostra pazzia è dunque nel voler banalizzare la sessualità facendone qualcosa di frivolo. Spero che i cristiani non seguano questa direzione. Violenza e sessualità sono inseparabili. E questo perché si tratta della cosa più bella e turpe che abbiamo".

E' in corso un divorzio fra umanità e sintassi, realtà e linguaggio. "Stiamo perdendo ogni contatto fra il linguaggio e le regioni dell'essere. Oggi crediamo solo al linguaggio. Amiamo le favole più che in qualunque altra epoca. La cristianità è una verità linguistica, logos, Tommaso d'Aquino è stato il grande promulgatore di questo razionalismo linguistico. Il grande successo della cristianità angloamericana e dunque degli Stati Uniti si deve non a caso a straordinarie traduzioni della Bibbia. Nel cattolicesimo oggi c'è fin troppa sociologia. La chiesa è troppo spesso compromessa con le lusinghe del tempo e il modernismo. In un certo senso i problemi sono iniziati con il Concilio Vaticano II, ma risalgono alla precedente perdita dell'escatologia cristiana. La chiesa non ha abbastanza riflettuto su questa trasformazione. Come possiamo giustificare la totale eliminazione dell'escatologia persino nella liturgia?".