Credo che inicialmente devo spiegare la mia premessa: che si deva distinguere una "cosa da comunicare" dal lato di chi comunica, e la simmetrica "cosa comunicata" dal lato del ricevente, da ciò che si usa per comunicare che viene ad assumere in questo contesto carattere strumentale.
La distinzione e' abbastanza critica perché nel caso della comunicazione linguistica ci si trova in una delle situazioni nelle quali si ha attività mentale costitutiva sia per la "cosa da comunicare",che per ciò che si usa per comunicare. E questo può ingenerare ambiguità e qualche problema.
Infatti introdurre la distinzione proposta permette di evitare di dovere considerare necessariamente come cosa da comunicare la rete correlazionale corrispondente alla frase con cui si comunica. E consente di considerare come costitutivo della cosa comunicata un'attività mentale che segue l'attività costitutiva della rete correlazionale in questione. Questa è la premessa che intendo rendere esplicita.
Ad essa è però sottesa la più articolata questione di quale attività mentale ne segua una data; cioè la dinamica dell'attività mentale.
Già il simmetrico problema dal lato di chi comunica -cioè la maniera secondo cui quello che si vuole comunicare dia seguito ad una rete correlazionale- è un altro interessante aspetto di questa problematica. E mette in gioco ciò che ci si ripromette di ottenere dal destinatario della comunicazione e la valutazione dell'adeguatezza del modo con cui si comunica.
Un altro problema in cui a mio avviso interviene la questione di quale attività mentale ne segua una data è nell'ulteriore modo di costruzione proposto da Ceccato per superare l'ampiezza di 7-10 secondi pensata come usuale estensione limite di una rete correlazionale.
The larger units are still obtained by inserting that which has already be done as an element of a new correlation, but this time no longer through maintaining it, but rather through a summarizing revival (Ceccato, 1964:13-15).
Il caso che Ceccato propone aveva il pregio di far riferimento alla situazione più immediata: quella in cui ad intervenire, riassunto, come correlando era il tratto immediatamente precedente di rete correlazionale. E questo era presente per memoria di mantenimento, o di costruzione.
Le nostre lingue hanno nei pronomi un'indicazione inequivocabile che l'ulteriore modo di costruzione proposto per estendere l'ampiezza temporale di una rete correlazionale non può venir limitato al tratto di rete correlazionale immediatamente precedente, perché può essere esercitato su un ambito temporale assai più vasto, mettendo in gioco, riassunta, un'attività mentale anche parecchio distante.
Ma sopratutto si mascherava la più generale possibilità di mettere in rapporto tratti di attività mentale, sia contigui che fra loro distanti. E si tratta di una possibilità più generale perché può essere pensata intervenire anche per le categorie mentali applicate: cioè per l'attività che si è proposto essere indicata da 'considerare come ... '.
Una notazione è d'obbligo. Per il ricordo conscio, che mette in gioco una delle funzioni della memoria, la ripresa letterale, si è proposta una definizione in termini di operazioni mentali. Non ricordo che si sia fatto qualcosa di analogo per la funzione riassuntiva della memoria: essa è rimasta proposta come funzione o, al più, come operazione elementare. Una soluzione quest'ultima che si adatta soltanto all'attività mentale immediatamente precedente e per la quale valga la memoria di mantenimento. Essa non si applica quindi, salvo qualche caso particolare che soddisfa le condizioni precedenti, alla situazione abitualmente designata nelle nostre lingue dai pronomi.
La soluzione proposta per il ricordo conscio (Ceccato 1987: 234-236) è basata su un'attività mentale attuale che viene categorizzata come ripetizione di una eseguita dal soggetto in passato: e questa categorizzazione, che si applica ad un'attività mentale ad essa immediatamente precedente, pone questa in rapporto con un'altra attività mentale lontana nel tempo.
L'assenza, tra le operazioni costitutive proposte, di ulteriori determinazioni circa l'attività mentale di cui quella attuale è considerata ripetizione può mascherare il fatto che si stanno mettendo in rapporto due blocchi di attività mentale.
Di questi uno solo, l'attività mentale presente per memoria di mantenimento, può essere costituito da operazioni elementari di qualunque tipo: vi possono, ad esempio, intervenire operazioni percettive. L'altro è costituito solo da categorie mentali perché è definito come attività mentale passata di cui il primo blocco è considerato ripetizione. Ed è solo aggiungendo ulteriori determinazioni, che collocano l'attività passata nella vita del soggetto, che si ha il ricordo di un episodio della vita di questo.
Anche per la funzione riassuntiva della memoria, quando la si voglia tradurre in operazioni mentali costitutive occorre pensare ad una attività mentale che si aggiunge a qualcosa che è presente per memoria di mantenimento, perché un'attività mentale può aggiungere determinazioni soltanto soltanto legandosi a ciò che è mantenuto nel momento in cui essa interviene.
Proporrei quindi di definire la controparte in operazioni costitutive della funzione di ripresa della memoria come l'applicazione ad un'attività mentale, presente per memoria di mantenimento, di una categoria mentale o di uno schema categoriale che la pone in rapporto con un'altra attività mentale. Ulteriori determinazioni, del rapporto tra le due attività o dell'attività mentale posta in rapporto con quella corrente, permettono poi di distinguere vari tipi di ripresa.
Sottolineerei anzitutto che categorizzare in rapporto con altra attività mentale un'attività mentale presente per memoria di costruzione comporta molto spesso che il tutto sia parte di un costrutto mentale più ampio. Nel caso del ricordo conscio, questo carattere può venir utilizzato per distinguerlo dalla ripresa letterale mantenendo una base comune costituita dal considerare l'attività mentale presente come ripetizione di una accaduta in precedenza nella storia dello stesso soggetto.
Determinazioni meno analitiche dell'attività mentale posta in rapporto con quella presente per memoria di mantenimento possono costituire la controparte in operazioni mentali della funzione di ripresa riassuntiva della memoria.
Prendiamo ad esempio una frase come "Il bambino giocava col suo aquilone e lo faceva volteggiare tra le raffiche sulla riva del mare". Qui il rapporto tra l'attività costitutiva di filo e un'attività mentale precedente, segnalato dall'articolo determinativo dopo lo stacco forte indotto dal segno di interpunzione, può portare a proseguire la costruzione della frase usando al posto di filo, filo dell'aquilone di cui si è appena detto. Che una simile determinazione aggiunta a filo assuma carattere riassuntivo di un'attività mentale precedente ce lo mostra il fatto che essa può diventare l'indicazione per una ripresa più analitica, sino al caso in cui l'attività mentale attuale è considerata ripetizione di quella costitutiva dell'intera frase "Il bambino giocava col suo ... ", configurando così una ripresa letterale di quanto fatto in precedenza. Il riassunto infatti, come la sintesi, è tale rispetto ad una versione più analitica, e questa relazione è costitutiva in entrambi.1
A determinare la ripresa, letterale o no, è la categorizzazione dell'attività mentale attuale. Un osservatore esterno può avere elementi per non applicare la stessa categorizzazione e considerare invece il tutto un cattivo ricordo.
Con riferimento all'esemplificazione precedente poi, che cosa faccia sì che un'attività mentale appena eseguita sia categorizzata come rifacimento di una eseguita in precedenza anche lontano nel tempo, è al solito questione che va risolta nell'ambito di una dinamica dell'attività mentale: cioè nell'ambito diuna trattazione che precisi quando ad una determinata attività mentale ne segua un'altra.
Come ho discusso in precedenti interventi (Beltrame, 1999, 2005a), valide ragioni che consigliano di definire i costrutti mentali come ripetibili portano poi a dover trattare deterministicamente questo problema solo nell'ambito del funzionamento della base biologica di chi svolge l'attività mentale. Tuttavia, l'elevata ripetibilità di molti costrutti mentali, che si manifesta tra l'altro come elevata dipendenza dal contesto della loro occorrenza, obbligano ad appoggiare al funzionamento della base biologica anche un'accettabile trattazione non deterministica di questo problema.
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